Bene, mi sono detto, se voglio capire quale sono le strategie migliori di promozione di un romanzo mi devo porre dall’altra parte della barricata, mettermi nei panni del lettore. Cosa gli scatta nella mente che lo porta ad acquistare un romanzo?
Con mentalità scientifica ho spostato l’indagine su me stesso: cosa spinge me a scegliere di acquistare un libro? Per far ciò, ho fatto una lista degli ultimi libri acquistati e ho individuato le motivazioni:
- Hanno tutti ragione di Paolo Sorrentino: mi è piaciuta l’intervista nel programma di Fazio, in libreria ho letto l’incipit;
- Ti aiuterò io di Gabriella Revelli: mi fido della casa editrice, la mia ;o), ho letto la quarta di copertina, mi è piaciuta la trama e la figura del protagonista (mi ci sono identificato, lui è uno psichiatra);
- La battuta perfetta di Carlo D’Amicis: ne parlava bene Paolo Marasca (sebbene allora non lo conoscessi di persona, mi sono fidato del suo giudizio perchè mi è piaciuto molto il suo romanzo La qualità della vita), poi in libreria ho letto l’incipit. Mi è piaciuto. Poi sono andato alla presentazione ad Ancona. Piaciuta, anche quella;
- La crociata dei bambini di Florina Ilis: in assoluto il motivo è l’edizione Ibsn. Meravigliosa. Più volte sono stato tentato di acquistarlo solo per quello. Poi ho letto il titolo nella top 10 dei libri consigliati 2010 (mi pare da Daria Bignardi, ma non ne sono sicuro) e l’ho preso. Ribadisco, merito è dell’edizione.
- Città della pianura di Cormac McCarthy: beh è uno dei miei autori preferiti, scrive da dio, e ho già letto i primi due della trilogia. Ho scelto questo piuttosto di altri sulla base dei commenti dei lettori su anobii e altri siti di vendita di libri online.
- Me & Bobby Fischer di Michele Monina: ho partecipato alla presentazione del libro a Senigallia, mi è piaciuto lui e la sua arte affabulatoria;
- Voglio viverla di Laura Fagioli: idem, partecipazione alla presentazione in anteprima ad Ancona e curiosità. Tra l’altro fa parte della stessa famiglia editoriale e ci si sente un po’ a casa;
- Kafka sulla spiaggia di Akuri Murakami: un amico di cui mi fido me ne ha parlato bene, io mi ero fermato a Norvegian Wood tanti anni fa;
- Stella Rossa di Stefano Mellini: ha letto prima lui Cassonetti e mi ha inviato un messaggio lusinghiero. La curiosità mi ha spinto a contraccambiare.
- Pescemangiacane di Paolo Roversi: ho partecipato alla presentazione del romanzo a Senigallia, e mi ha convinto (anche se ha “distrutto” Il pendolo di Foucault di Eco);
- Un giorno di David Nicholson: mi sono lasciato attrarre dalla fascetta sulla copertina con una frase di Nick Hornby, uno dei miei autori preferiti (poi nella trama c’era qualcosa di simile a Cassonetti);
- Non è un paese per vecchi di Cormac McCarthy: idem per Città della pianura (a dire il vero il romanzo che mi ha fatto riscoprire McCarthy è stato La strada, in assoluto il miglior romanzo letto nel 2010, ma non mi ricordo su quali basi motivazionali l’avevo acquistato, probabilmente dai commenti dei lettori);
- Adesso basta di Simone Perrotti: ho visto una sua intervista da Frizzi, poi me ne ha parlato un amico;
- Undici Decimi di Alessio Tonino: ho partecipato alla presentazione e mi è piaciuto;
- La guardia di Andrea Caterini: oltre al fatto che ho un occhio di riguardo per le edizioni Italic peQuod, lo scelto per la trama.
- Prospero di Gianluca Di Dio: perché è l’altro Gianluca dell’Italic, e curiosità per la trama (Anedotto: un giorno chiamo in redazione e dico – Ciao, sono Gianluca!; – Gianluca di Dio? – mi risponde Andrea, dall’altro capo della cornetta; – No della Madonna! – vorrei rispondere).
Vabbè per ora basta. L’analisi mi porta alle seguenti conclusioni. Innanzittutto ci sono due momenti (entrambi importanti) da curare:
- la modalità in cui si viene a conoscenza del romanzo, ossia il momento in cui il libro si palesa direttamente (per es. lo si vede sullo scaffale della libreria) o indirettamente (qualcuno gliene parla);
- la decisione vera e propria di aquistarlo.
Nel primo momento il ruolo decisivo è stato determinato da (in ordine):
- presentazioni con l’autore
- passaparola
- passaggi tv
- copertina in libreria
La decisione finale dell’acquisto:
- commenti lettori
- presentazioni convincenti
- incipit belli
- trama
- fedeltà a un autore
- copertina
Conclusioni. Promuovere un romanzo significa innanzittutto farlo conoscere, dargli visibilità. Ma non basta! Il romanzo deve essere letto e si deve attivare il passaparola. Sarò antico, ma per fare questo penso che il modo più efficace rimanga ancora il contatto diretto con i potenziali lettori attraverso le presentazioni.
Quello che mi colpisce nel mio modo di scegliere è l’assenza nel processo di decisione delle recensioni critiche sui giornali e dei blog degli scrittori. Sarà un caso? Nel caso del blog mi auguro di sì, perchè se così fosse nessuno acquisterà mai il mio romanzo dopo essere passato di qui! ;o)
E voi? Su quali basi scegliete di acquistare un romanzo?
Ps. Ho inserito nel blog una pagina con l’incipit e le prime pagine di Cassonetti… così ve ne fate un’idea senza andare in libreria (per il momento, mi auguro!).
Cinzia Luigia Cavallaro
15 gennaio 2011
Caro Gianluca,
molto interessante il tuo articolo.
Leggendolo mi sono accorta che invece per me le cose funzionano diversamente. Non ho il tempo e l’opportunità, molto più spesso di quanto vorrei, di partecipare a presentazioni (alle quali sono anche un po’ allergica, lo ammetto) per cui questo non è il motivo principale che potrebbe o meno farmi decidere di acquistare e leggere un libro. A differenza di te, mi attraggono di più le recensioni sia su riviste off e online, siti dedicati e blog. Però, sarò (anzi lo sono perché l’anagrafe non s’inganna) più antica di te ma, diciamoci la verità: cosa può mai superare un bel giro in libreria, da soli o con amici “rispettosi”, con tranquillità quindi, per “sentirlo” il libro, prenderlo in mano, guardare la copertina, leggere la quarta, l’incipit e qualche pagina a caso e poi…scatta la molla che ti fa decidere che, sì, quel libro lo vuoi, non vedi l’ora che arrivi il dopocena ― per me momento sacro e irrinunciabile per la lettura ― e poi aprirlo in santa pace e solitudine, iniziare a conoscerlo, parola per parola. Dunque, per concludere, nel mio caso hanno più effetto gli articoli e la scelta diretta in libreria. E mi sento di concludere dicendoti che, in questo mondo nel quale siamo così bombardati da immagini di ogni tipo e in ogni dove, la copertina non è affatto da sottovalutare. Sebbene bisogna guardare il libro a 360 gradi; infatti mi è capitato di acquistare testi dal vestito bellissimo ma dal contenuto deludente, eppure, come vedi, anch’essa conta parecchio nel catturare l’attenzione del potenziale lettore.
Grazie per la condivisione. Alla prossima.
Cinzia
antonigianluca
15 gennaio 2011
Ciao Cinzia, concordo in pieno sul “bel giro” in libreria. Per me c’è qualcosa di magico nel girare tra gli scaffali e lasciarsi attrarre dei libri. L’edizione e la copertina sono decisivi, soprattutto se non conosci il libro. Poi un’altra cosa che mi fa impazzire è il profumo: non posso fare a meno di infilarci il naso, nel libro. E il tatto, cosa dire del tatto? Sfiorare la copertina e le pagine interne è un atto sensiorale di prim’ordine!
Circa le presentazioni: beh… molte purtroppo sono noiose, da latte nelle ginocchia, posso capire la tua allergia. Amo di più le letture. Ascoltare i testi letti direttamente dall’autore. Mi piace sentire la voce, il tono, il pathos di chi l’ha scritto, il romanzo. E’ un po’ come entrare in contatto con l’espressione e l’intenzione originale dello scritto. Nella voce del lettore invece spesso assume un’interpretazione nuova, altrettanto interessante sia ben inteso, ma differente.
Un caro saluto
Gianluca
Cinzia Luigia Cavallaro
16 gennaio 2011
Sì, concordo su tutto. Mi fa piacere che anche a te (e non solo a me) piace “l’odore dei libri”. E’ comunque un oggetto da utilizzare non solo con la mente, è chiaro. Poi però quando penso alla libreria mi viene in mente che non ci trovi tutti i libri lì. A questo proposito ho postato un articolo sul mio blog che si conclude con due domande aperte: mi piacerebbe sapere il pensiero altrui sull’argomento.
Francesca Presti - Anime d'acqua
3 marzo 2012
Ciao Gianluca,
l’argomento mi interessa davvero.
Da pochi mesi una casa editrice minore, ma seria (proposta di pubblicazione senza contributo economico) ha pubblicato il mio primo romanzo distribuito per ora solo in Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo e Lazio. La prima presentazione, presso una libreria della catena Feltrinelli di Bologna, ha avuto molto successo ed ora sono alle prese con la promozione del libro.
Sono d’accordissimo sul potere della presentazione, ogni autore dovrebbe avere la possibilità di arrivare direttamente al lettore in quel modo ma non sempre, per gli scrittori o per gli editori poco conosciuti, è semplice organizzarne una.
Personalmente, cerco di dare un taglio sempre diverso ed accattivante alle mie presentazioni anche in base alle caratteristiche dei luoghi che mi ospitano
Io personalmente scelgo i libri da leggere come i film da vedere, istintivamente. La copertina è fondamentale e anche l’incipit. Preferisco non essere condizionata da recensioni di personaggi famosi o di critici e anche il passaparola proveniente da persone di fiducia è un criterio che assumo poco frequentemente. Ritengo che il rapporto tra libro e lettore sia troppo intimo per farci entrare altre persone.
Gianluca Antoni
3 marzo 2012
Concordo appieno su tutto Francesca. E’ un “sporco” lavoro promuovere creativamente il proprio romanzo… ma ricco di soddisfazioni, Bisogna avere solo tanta tanta pazienza, e ottimismo. In bocca al lupo!
Gianluca
Gianluca Antoni
3 marzo 2012
Concordo appieno su tutto Francesca. E’ un “sporco” lavoro promuovere creativamente il proprio romanzo… ma ricco di soddisfazioni, Bisogna avere solo tanta tanta pazienza, e ottimismo. In bocca al lupo!
Gianluca